Cappella dell'Annunziata di Rotondella

     La sua edificazione risale al principio del Seicento. Infatti si fa menzione di essa e di una contrada del paese, detta appunto dell'Annunciazione, in un documento della Curia vescovile di Anglona e Tursi , esistente presso l'archivio di Stato di Potenza.
      Della contrada dell'Annunziata si parla anche in atti notarili della seconda meta' del Seicento.
     Tra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento fu ampliata: i muri esterni recano segni evidenti di detto ampliamento.
     In quel periodo, forse anche prima, alla cappella fu annesso un monte frumentario che nel 1734 era di tomoli 200 di grano - come si rileva dalla Relazione del Gaudioso a Carlo III di Borbone sui paesi della Basilicata.
     Detto monte frumentario fu istituito con la donazione di grano da parte di cittadini benefattori e aveva lo scopo di prestare a modico interesse, il grano per la semina a coloni poveri. Ad essa fu annessa anche una Congregazione di carita' a scopo di beneficienza. Per tale motivo la Cappella fu sempre cara al popolo di Rotondella, e l'Annunziata godeva di una venerazione particolare.
    Nel giorno della sua festa si teneva nella piazzetta della Cappella e nei luoghi adiacenti una piccola fiera, unica per il paese.
    La cappella, costruita con le offerte degli abitanti del paese, divenne di ius padronato dell'Universita' (Comune) che in ogni tempo, tranne il presente, ha provveduto alle spese di culto e alla sua manutenzione.
    Negli anni 1750-55, in cui si provvide all'ampliamento della  Chiesa Madre, e poi negli anni 1858-59, anni in cui la stessa chiesa madre fu chiusa al culto per i danni da essa riportata per il terremoto del 1857 (15 dicembre), fu adibita a parrocchia.
    Dal principio del Settecento non pare abbia subito mutamenti, per cui a quel periodo risale la graziosa facciata (ora deturpata, con un intonaco applicato a seguito di un recente restauro) e l'altare, che presentano notevoli pregi artistici.


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