Viene chiamata "fustianga" la donna che porta il vestito completamente bianco, quello dei poveri. La parola deriva dai vocaboli dialettali "fuste" che significa vestito e "ianga", che vuol dire bianco; il fusto di colore nero viene portato dalle donne anziane; quello bianco dalle giovani. Questa canzone che a prima vista potrebbe sembrare d'ingiuria fra due sposi che hanno litigato, presenta anche ina ispirazione d'amore, che si puo' notare nei versi intercalari " e dimmi la iocchia niura mia ".
A Fustianga
Si vosa maritari la fustianga, Si volle maritare la fustianga,
si vosi marotari la fustianga. si volle maritare la fustianga.
Billizzi nonn'avii, e dimmi la iocchia niura mia, bellezza non ne
aveva, occhi miei neri,
billizzi nonn'avii e robba manca. Bellezza non ne aveva e roba nemmeno.
S'avia robba non mi pigghiava a tia, Se avevo roba non mi prendevo
te,
s'avia robba non mi pigghiava a tia. se avevo roba non mi prendevo
te.
Ca' mi pigghiava nu iurece, e dimmi iocchia niura mia, che mi prendevo
un giudice, occhi miei neri,
ca mi pigghiava nu iurece o nu nutare. che mi prendevo un giudice
o un notaio.